Serie Covid – Paura e consapevolezza

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Paura e consapevolezza

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Paura e consapevolezza sono due parole importanti nella nostra vita. La paura ci limita, ma ci aiuta anche a riconoscere i pericoli; ci

frena quando stiamo per prendere decisioni azzardate; ci fa fare un passo indietro quando stiamo per rischiare la vita. Il problema non è perciò la paura, ma come riusciamo a gestirla. Però, come riuscire a gestirla se cerchiamo, in tutti i modi di eliminarla?

Se la accettassimo come nostra consigliera, senza affidarci e senza combatterla, cominceremmo una via più consapevole che dalla paura della paura porta alla gestione della paura – allora paura e consapevolezza procederebbero insieme. E potremmo allora cominciare a intuire le soluzioni, invece di cercarle con limitate routine di ragionamento.

“…Se sono su un calesse e ho mollato le redini, sarà il cavallo a portarmi dove vuole lui.

Frida, una simpatica novantenne, mi raccontava di avere un grosso rimpianto: “Nella mia vita non sono quasi mai riuscita a fare quello che avrei voluto! Me ne sono accorta tardi. Tu non sai quanto me ne dispiace.”

“Perché non sei riuscita a fare quello che volevi?”

“Quando dovevo affrontare una qualsiasi situazione o un progetto nuovo o un cambiamento, mi prendeva l’ansia; non riuscivo a trovare la lucidità per decidere. Così ho spesso rinunciato e ho preso altre strade.”

 “Avevo troppa paura; tutta la mia vita è stata un fuggire dalla paura. Te ne rendi conto?”

Non basta rendercene conto, anche se è molto importante farlo. Finché viviamo in modo superficiale,

"Consolazione" acrilico su tela di Aurora Mazzoldi. Vi si ritrovano rabbia, paura e consapevolezza.
“Consolazione”; acrilico su tela di Aurora Mazzoldi.

gestiti dalle nostre forze, non potremo scegliere dove andare.

Di solito, quando abbiamo paura, ci rivolgiamo alla nostra parte mentale perché ci aiuti a evitarla. Questa parte si dà da fare, ma quello che ci propone non tiene conto di quello che ci piace o che ci serve; Il suo obiettivo è solo quello di evitare la paura. Questo però finisce per renderci scontenti.

Se ci siamo rivolti al raziocinio, è perché avevamo paura di confrontarci con la nostra paura. Poiché la mente non può liberarci di nessuna delle due paure, rimaniamo agganciati a un’illusione.

Infatti, non è compito della razionalità salvarci dalle nostre emozioni. Può soltanto, portandoci a iper-ragionare, aiutarci a distoglierci da esse. Ci troviamo così di fronte a un problema di non facile soluzione:

  • Sulla strada che vorremmo prendere, c’è il lupo nero della paura
  • L’altra strada è aperta, ma non ci piace prenderla.

Che cosa ci resta da fare?

Se la via che ci indica la razionalità non ci soddisfa, possiamo chiedere consiglio alla nostra parte più profonda quella intuitiva che ci può suggerire come passare accanto al lupo nero, in modo da poter prendere la strada che ci piace…”

da: “Il Potere delle Scelte Mirate – 11 Semplici Passi per Vivere Meglio”, pagg. 168-70

 

Paura e consapevolezza. Cosa accade dentro di noi?

Il primo passo è RENDERSI CONTO di essere in un Lockdown emotivo.

Può sembrare una cosa scontata, ma non lo è per nulla.

Prendere consapevolezza di quello che ci sta accadendo dentro, non è affatto semplice.

Noi viviamo in un tentativo costante di sfuggire alle sensazioni che provengono dal nostro mondo interiore, semplicemente perché pensiamo di non saperle gestire o temiamo che vedendole, queste si impossessino di noi, facendoci fare o dire o pensare, cose incontrollabili.

Difficilmente ad esempio, accettiamo di provare paura.

La PAURA è proprio un’emozione che non ci piace, e non vorremmo provare.

Così diamo l’incarico alla nostra abile mente di distrarci e di coprire le nostre percezioni con delle spiegazioni razionali (“Paura io ???Ma di cosa???Ma no figurati nessuna paura!”).

Ecco perché, per giungere alla consapevolezza di cui sopra, dobbiamo diventare molto esperti nell’ASCOLTARE con intensità e determinazione i messaggi che provengono dalle nostre percezioni:

  • osserviamo ad esempio le nostre reazioni emotive quando ci confrontiamo con qualcuno (ci sembrano equilibrate e proporzionate al contesto?)
  • ascoltiamo il nostro umore, (siamo inquieti, ansiosi, impazienti, tesi?)
  • ascoltiamo il nostro stato d’essere, (sentiamo il bisogno di muoverci di continuo o invece siamo costantemente letargici e annoiati?)
  • ascoltiamo il livello della nostra energia, (siamo stanchi o affaticati senza un reale motivo?)
  • ascoltiamo il nostro corpo (com’è la qualità del nostro sonno? Che rapporto abbiamo con il cibo? Percepiamo dolenzie fisiche senza averne provocato l’insorgenza?)
  • e molto altro ancora

Se abbiamo individuato una o più di queste sensazioni, allora possiamo dire che c’è qualcosina che non va a livello emotivo.

Questo check-up è una prima esperienza di contatto con noi stessi, e questo è già un eccellente passo in avanti verso la Realtà.

Da qui prende vita il lavoro introspettivo vero e proprio che si concentra sulle emozioni che rifiutiamo, portandoci piano piano ad accoglierle, rendendole così, innocue, gestibili e molto utili.

A. Giannini: psicologa/psicoterapeuta, Presidente di Osservatorio Interiore e.t.s.