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Obbedire o non Obbedire?
Obbedire o non obbedire; seguire istinto e intuizioni o seguire schemi, automatismi e modelli di comportamento?
“Quando siamo bambini, gli adulti hanno una grande influenza su di noi. Ci preparano a vivere in un mondo che troviamo difficile conoscere e comprendere. Alcuni accettano i loro insegnamenti e obbediscono senza opporsi, mentre altri si ribellano e rifiutano i loro ordini e spesso anche i loro suggerimenti. Entrambi i tipi di bambini si comportano in base a uno schema che si sta formando e che si rinforza col tempo. Quali sono i pro e i contro di questi due modi opposti di reagire?
Istinto e intuizioni
La Storia di Ada
Ada, una signora di mezza età e ben inserita nel suo ambiente, si è

costruita una vita apparentemente serena. È stata educata nel rispetto delle regole e dei genitori e ha seguito i loro consigli. Dopo essersi diplomata e aver messo su famiglia ha trascorso molti anni continuando ad assecondare bisogni, desideri e aspettative di familiari e amici, anche se non ha però un vero interesse ad approfondire la relazione con loro.
La sera, dopo aver messo a letto i bambini, si rilassa finalmente col marito davanti al televisore, ma è troppo stanca e distratta per aver voglia di scambiare con lui più di qualche parola
È comunque una donna esemplare, accettata e apprezzata da molte persone e rispettata da tutti.
Ma è veramente soddisfatta delle sue scelte? Tiene conto di istinto e intuizioni o li ha accantonati per rincorrere invece un sogno di approvazione sociale? Ma, soprattutto, quanto ne è consapevole?
Da come vive, tutto fa pensare che Ada lasci che gli altri e gli eventi decidano per lei. Se così fosse, potrebbe essere profondamente insoddisfatta del modo in cui si sta trovando a vivere, degli impegni che le gravano sulle spalle e delle limitazioni che si è data… Magari le verrebbe voglia, a volte, di mandare tutto all’aria e ricominciare a vivere in altro modo – o, almeno, di ricavarsi uno spazio tutto suo in cui nessuno ci possa mettere il naso e nel quale poter fare finalmente quello che vuole lei.
Ma come trovare un proprio spazio in una situazione così consolidata, ormai? E se riuscisse a procurarselo, non si sentirebbe poi in colpa? In casi come questo, sembra spesso più comodo evitare di mettersi in questione e di rivedere le proprie scelte. E poi, non è importante, nella vita, sapersi adattare?
Fino a un certo punto lo è. Ma ci deve essere un limite; la continua scusa di doversi adattare può portare a rinunciare a scegliere e a non tener più conto dei propri obiettivi. Di conseguenza lasciamo che siano gli altri o gli eventi a decidere per noi. Ma gli altri, o gli eventi, sono poi tenuti a conoscere e interpretare i nostri desideri? Quale garanzia abbiamo che sceglieranno per noi proprio quello che speravamo di ottenere?
Abbiamo visto che Ada vive la sua vita trascurando i propri istinti (non dà ascolto a quella parte più profonda, ma più vera di sé stessa, l’istinto, che vorrebbe esprimersi nella vita in modo diverso), per mantenersi entro certi schemi e aspettative sociali. Non sappiamo quanto ciò la soddisfi realmente, ma possiamo però immaginare che questa non sia la soluzione perfetta per i suoi problemi.
La Storia di Eva
Eva, invece, ha scelto di non conformarsi a regole e schemi e di ignorare a

quello che le viene imposto da altri.
Reagisce spesso in modo violento a tutto ciò che tenta di condizionarla o di metterle dei limiti. Si oppone con forza perfino a chi le viene incontro, perché questo disturberebbe il suo personaggio di donna forte, che sa il fatto suo. Vive sola, è una donna indipendente e ha ottenuto un certo successo, riuscendo a imporsi nel mondo del lavoro.
Eva sembra essere molto diversa da Ada. Si mostra come una donna decisa, che sceglie autonomamente. Ma si può dire con questo che si comporti seguendo il suo istinto? Le sue scelte potrebbero non essere né libere, né dettate dall’istinto ma, semplicemente, reattive.
Nel caso di Eva, esser reattiva significa che le sue scelte sono determinate non dai suoi obiettivi o dai suoi desideri, ma dall’impulso a rispondere in modo automatico e contrario a quello che fanno, o che suggeriscono, altre persone. Se si fa sempre il contrario, per principio, non si decide in base a ciò che piace, o che interessa, o che corrisponde ai nostri obiettivi. Il nostro comportamento diventa automatico – una conseguenza delle decisioni di altri. Si potrebbe perfino dire che Eva, per fare le sue scelte, si comporti come una bambina che, a qualsiasi richiesta o invito, risponda mostrando la lingua. Ada invece ci ricorda una bambina che abbassa sempre la testa.
Valutare le situazioni
Nessuna delle due valuta obiettivamente le situazioni. Entrambe impongono a sé stesse dei comportamenti standardizzati in risposta a quelli altrui. Ada accetta passivamente le cose, mentre Eva reagisce opponendosi. Sembra che vivano l’una in modo completamente diverso dall’altra o, addirittura, opposto. Ma si comportano pur sempre in funzione degli schemi sociali dei quali sono prigioniere.
Anche se, come abbiamo visto, occorre tenerli presenti, entrambe li pongono al centro delle loro decisioni. Una li subisce, l’altra li combatte. Inoltre, si ha l’impressione che, sia Ada che Eva, si preoccupino, in modo diverso e con risultati a prima vista diversi, solo degli eventi e degli schemi del quotidiano, nel quale hanno comunque trovato una loro collocazione.
A entrambe sembra che vada tutto bene, nel seguire queste dinamiche. Ma è realmente così? Tutt’e due sono ben inserite nella società e hanno ottenuto un discreto benessere materiale. Ma sono realmente soddisfatte nel loro intimo? Come si muoverebbero se ascoltassero anche il loro istinto?”
Da “Il Potere delle Scelte Mirate – 11 Semplici Passi per Viver Meglio” di Luis Pisoni e Aurora Mazzoldi – pagg. 22-27