Gestire sé stessi

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Gestire una ditta e gestire sé stessi

Conferenza presso l’Università di Trento – Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale; 13 Ottobre 2018.  “Errori Comuni nelle Nostre Scelte Quotidiane”.  Intervento di Magalì Fia “Gestire un’impresa e gestire sé stessi”. (parte 1). Vedi Parte 2.

Vi sarete accorti che questa non è una lezione di economia ma una riflessione che ha lo scopo di inserire alcuni

"La Tentazione"; acrilico su tela. Aurora Mazzoldi. (qui usato come situazione in cui occorre gestire sé stessi.
“La Tentazione”; acrilico su tela. Aurora Mazzoldi.

elementi dell’economia nel tema proposto dall’ Osservatorio Interiore: “errori comuni nelle nostre scelte quotidiane.” Ci sono due possibilità di lettura delle situazioni: una affrettata e superficiale e una più approfondita. I meccanismi e le scorciatoie mentali possono essere utili in alcune situazioni; invece l’economia può essere utile per offrire una lettura più approfondita. Il tema delle decisioni è caro all’economia.

L’economia neoclassica (che ha occupato tutto il ‘900) parte dal presupposto che l’individuo sia in grado, di fronte ad una situazione di scelta, di ordinare tutte le possibili alternative e conseguenze per prendere la decisione che lo soddisfa al massimo. Questa rappresentazione dell’uomo economico che descrive come si prendono le decisioni è stata rielaborata da diversi studiosi.

Herbert Simon (Premio Nobel per l’economia nel 1978 per le sue pionieristiche ricerche sul processo decisionale nelle organizzazioni economiche) ha proposto l’idea della razionalità limitata. Abbiamo una limitata capacità mentale di calcolare tutte le alternative possibili; oltre a questo ci sono limiti nel reperire le informazioni (è costoso). Se devo comprare un’auto usata, non posso considerare tutte le auto usate nel mondo, stilare una classifica e poi scegliere. Sarebbe troppo costoso e, inoltre, non potrei calcolare tutte le alternative. Mi fermerò quando trovo l’auto che soddisfa le mie esigenze.

Kahneman assieme al collega Tverski mostra come le persone utilizzino per decidere delle regole pratiche in modo automatico e inconsapevole: le ‘euristiche’. Le euristiche si possono definire come una ‘scorciatoia mentale’ per prendere decisioni rapide e per lo più efficaci, ma possono portare a degli abbagli/errori sistematici (definiti bias); ma se c’è tempo posso valutare le alternative in modo approfondito. Infatti i meccanismi automatici non permettono di capire le decisioni con un contesto e un obiettivo dati, perché sono veloci.

Vediamo come prendere queste decisioni più approfondite per “gestirci meglio”. “Impuntarsi” (senza badare alle conseguenze) porta a delle diseconomie. Vediamo qualche altro esempio oltre a quello di prima.

Esempi di come gestire sé stessi (Errori Comuni nelle Scelte Quotidiane)

Esempio 1. Devo andare a fare la spesa e il supermercato dista 2km. Mi avvio a piedi e ho già percorso 1 km quando mi viene in mente che il supermercato è chiuso. Cosa faccio?

  1. Proseguo anche per l’altro chilometro che mi rimane perché ormai ho già camminato 1 km e non voglio sprecare la fatica già fatta? oppure:
  2. Torno a casa e sfrutto il tempo per fare qualcos’altro?

Se mi ostinassi ad andarvi comunque perché ormai ho percorso 1 km, sarebbe una scelta sciocca.

Ma a volte la situazione non è così intuitiva, dobbiamo quindi chiederci:

Qual è l’obiettivo? Quali sono le alternative?

Noi spesso ci troviamo a fare i conti con il “MAGARI”. Magari le cose cambieranno, magari il mio investimento diventerà conveniente/profittevole. Si cerca sempre di continuare i propri progetti anche se, ad un certo punto, ci rendiamo conto che la probabilità che falliranno è altissima. Si pensa: “magari…le cose cambieranno, l’iniziativa avrà successo”. Il “magari”, nel gestire sé stessi, ha costi altissimi.

Esempio 2. Ho investito tempo e denaro nella costruzione della mia carriera per arrivare a fare l’insegnante. Ma dopo 10 anni mi rendo conto che starei meglio altrove, magari aprendo un ristorante.

Il ragionamento che comunemente facciamo è: “ho già investito 10 anni e non voglio sprecare l’investimento fatto, non voglio vedere il mio investimento buttato via”. Tuttavia, se quel percorso mi è diventato pesante, ha senso portarlo avanti senza considerare delle alternative? Le persone spesso si dicono “mah, magari non è così male, magari riuscirò a farmelo piacere, ecc.”

Il costo del magari è legato alle aspettative. L’economia mi permette di chiarire/vedere queste cose a prescindere dalle considerazioni di giusto o sbagliato.

Magalì Fia

Altre pagine dello stesso autore:

nel sito Introspectivity.com:

nell’Osservatorio Interiore: