Come vivere in coppia

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Come vivere in coppia

Come vivere in coppia bene e a lungo? Tutti ci facciamo questa domanda. Per scoprirlo dovremmo prima renderci conto di alcuni nostri

"Agganci":; acrilico su tela di Aurora Mazzoldi. Esempio di come vivere la coppia.
“Agganci”:; acrilico su tela di Aurora Mazzoldi.

errori che ce lo impediscono. Occorre imparare a riconoscere il guazzabuglio che, senza rendercene conto, creiamo in noi stessi. Cominciamo dalle aspettative.

Vi voglio raccontare una storiella:

In una bottega un ragazzo trova un angelo ditro al banco. Incuriosito si avvicina e gli chiede: “Che cosa vendi?”

“Ogni cosa per soddisfare ogni tuo desiderio, risponde l’angelo, ed è gratuita. Chiedi e potrai avere tutto quello che vuoi!”

Il ragazzo ci pensa un attimo e poi dice: “Vorrei che nel mondo non ci fossero più guerre e che nessuno patisse la fame e niente malattie o miserie, né soprusi e vorrei che la gente si volesse bene e che tutti rispettassero l’ambiente e la natura e…”

“Fermati” gli dice l’angelo “non hai capito. Io ti posso dare i semi, non i frutti!” (1)

Che cosa ci vuol dire questa storiella?

 

Aspettative errate

La storiella porta la nostra attenzione sulle aspettative, per altro assurde e fuori dalla realtà, del ragazzo, che sono quelle di molti di noi: veder realizzati subito i nostri desideri, senza dover fare niente – aspettarsi che sia qualcun altro a far le cose al posto nostro.

Non ce ne rendiamo conto, ma tutti noi siamo pieni di aspettative errate: sul lavoro siamo in attesa di riconoscimenti e approvazione; dai figli ci aspettiamo che crescano sani e ubbidienti e che non ci diano troppi problemi; con la vita poi siamo sempre in crebito e anche e soprattutto dal rapporto di coppia ci aspettiamo molto. Diciamo che è normale avere bisogni e desideri, ma fra desiderare che una cosa avvenga e aspettarsela, c’è una differenza.

In che cosa consiste questa differenza?

Per le donne: “Ah come mi piacerebbe se lui tornasse a casa, la sera, con una rosa rossa per me!” Per gli uomini, che sono più concreti, sarà trovare la moglie truccata e con le gonne invece che in ciabatte e con la tuta da ginnastica. Ora, se mantengo questo pensiero dentro di me, diventerà una speranza e poi un desiderio e, se gli do troppa importanza, diventerà un’aspettativa e, in quel momento, un dovere per il convivente. Se poi niente accade, la rosa non arriva e la moglie non mette le gonne, è facile che, senza neanche averne parlato con lui/lei, m’indispettisca e nutra da un certo rancore: “Con tutto quello che faccio per lui/lei…!”

È diventato una cosa alla quale ho diritto, dunque non serve che la chieda, e mi sento vittima se non la ricevo.

Nel quadro in alto, che s’intitola “Agganci”, ci sono  rappresentate due donne ed è evidente che si aspettano qualcosa dall’uomo a sinistra, di spalle. Lo comunicano con la loro espressione e con la posizione del corpo.

E quali aspettative avranno mai nei confronti di quell’uomo? Che lui presti attenzione alle loro avances, dunque che agganci al gioco che gli stanno offrendo; il loro approccio pieno di messaggi contraddittori, la dice lunga sul tipo di gioco. Intanto, quello che si nota subito è che non lo guardano negli occhi e che lui tiene lo sguardo abbassato.

Perché mai?

Avete mai notato che chi non è sincero evita d’incrociare il nostro sguardo? Dunque, i personaggi del quadro si stanno mentendo?

Un rapporto basato sul malinteso

Stanno per dare inizio a un rapporto basato sul malinteso, cioè sul fraintendimento tra quello che dico e quello che mi aspetto, che intendo. Nel quadro questo discorso ulteriore, dove taccio l’intenzione, è chiaro nei suoi simbolismi. È un rapporto di gioco e di manipolazione, nel quale le aspettative, non espresse, diventano poi diritti… ma questoi personaggi lo nascondono a se stessi e all’altro. Il gioco è quasi sempre inconsapevole, ma agisce; nel gioco aspettative e manipolazione sono strettamente legate.

Ma come?

Ci siamo mai chiesti, per esempio, perché ci facciamo delle aspettative, troppo grandi – e perciò irrealizzabili – che non tengono conto della realtà?

A cosa ci servono?

Le usiamo per “incastrare” l’altro o per tentare di condizionarlo e per forzarlo a darci quello che vogliamo, per manipolarlo. Quando dico a qualcuno “Tu mi piaci moltissimo” oppure “ti amo”… è per comunicare un sentimento che mi riempie il cuore – senza che ci sia una piccola, recondita aspettativa dietro? “Ti amo” non è sempre un’esclamazione di gioia e di pienezza, la fioritura di un albero, e “Tu mi piaci tantissimo” non è solo un sentito e sincero apprezzamento, ma un’esca messa lì abilmente.

Perché?

Perché quello che sottintendo e che non lascio trasparire – e il gioco sta appunto in questa menzogna inconsapevole che racconto a me stesso e all’altro – è che se dico: “Io ti amo”, intendo “mi aspetto che tu sia mio/mia per sempre, mi sia fedele, stia sempre con me. Se mi ami anche tu, allora devi tenermi sempre con te, farmi felice, occuparti di me.” Anche se sono taciute o mascherate, carico l’altro di aspettative. Ci sentiamo poi offesi e traditi, o comunque insoddisfatti e scontenti, se sono deluse.

Se l’uomo del quadro aggancia e cade nella rete, si troverà a dover far fronte alle aspettative delle due donne – aspettative che può anche intuire – ma fino a che punto?

 

Il rapporto con l’altro

Chi cede alle aspettative dell’altro si lascia manipolare. Questo vale per ogni situazione della nostra vita. Nella storiella iniziale, l’angelo offre infinite possibilità “Puoi avere tutto quello che desideri” e una di queste è senz’altro l’incontro con l’altro.

Allora, come vivere in coppia? In un rapporto con l’altro, posso imparare la comprensione, la pazienza e il rispetto e questi sono i frutti che posso gustare: un rapporto armonioso e sereno. Quello che però succede spesso è che entroiamo nel rapporto pieni di aspettative, senza renderci conto che quello che stiamo facendo è di investire l’altro dei nostri desideri.

Non penso al rapporto come a un programma di vita – la vita che sogno per me – al quale lavorare insieme per costruire questo sogno, ma è l’altro che deve darmelo. È così per tutte le situazioni della mia vita: mi viene offerta la materia prima per realizzare ogni cosa – i semi dell’angelo – con infinite possibilità e occasioni in ogni settore.

Ma la perseveranza, la fiducia, il desiderio che mi porta all’obiettivo, l’ingegno e l’aiuto della mia energia creativa, il terreno fertile per quei famosi semi, sono forze che posso trovare solo dentro di me; sono quelle che mi servono per trasformare queste possibilità in realizzazioni e raggiungere così i miei obiettivi.

Con l’aiuto degli altri, naturalmente, ma non aggrappandomi e gravando su di loro.

Aurora Mazzoldi