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Chiusura emotiva
La chiusura emotiva sembra offrir protezione e diventa spesso così automatica da diventare un’abitudine. Ma ci protegge realmente? Caterina vedeva tutti come nemici e aveva paura delle emozioni; se si fosse trovata in tempi di lockdown, avrebbe chiuso ancora di più. Avrebbe chiuso anche a delle occasioni promettenti:
“…Ma, a causa della sua tendenza a evitare l’affettività, non riuscì a mettere a frutto la nuova situazione. Questa sua resistenza la spinse a isolarsi sempre di più. Usciva poco per non incontrare i vicini, che lei considerava invadenti; si sentiva protetta solo tra i muri del suo appartamento. Era riuscita, infine, a chiudersi completamente nel suo guscio.
Ma dentro di sé sentiva il vuoto e la noia, le sole emozioni che la sua chiusura le permetteva di vivere. Si proteggeva chiudendo perché, sotto a queste emozioni se ne muovevano altre ancora più drammatiche, delle quali aveva molta paura.
Combattere le emozioni
Caterina si era preoccupata di non lasciar emergere la sua indole gentile e amichevole per aderire allo schema che le avevano imposto i suoi familiari. La critica, sempre in agguato in loro, la rendeva insicura; questo la portava a diffidare di chi le proponeva una qualsiasi forma di contatto. Vedeva gli altri come nemici, viveva il mondo intorno a sé come minaccioso e sentiva il bisogno di proteggersi; difendersi era diventata un’abitudine della quale non riusciva più a fare a meno. La sua tensione di difesa, anche a livello muscolare

era, col tempo, diventata permanente, quasi una necessità.
Non ricorreva a una chiusura selettiva, limitata a certe persone o situazioni. Naturalmente, la sua chiusura era meno ferrea in quelle situazioni che non viveva come pericolose, ma Caterina continuava ugualmente ad aver bisogno di proteggersi da tutto quello che le arrivava. E questo la costringeva a vivere in uno stato di preallarme.
Quello di Caterina non è un caso raro. Molti di noi, in una società competitiva, come la nostra, vivono in questo modo.
Tenendo conto di questa situazione, che possibilità di scelta ci restano? Ce ne restano ancora, ma solo all’interno dell’onda nella quale ci siamo incastrati. Ci troviamo confinati in uno spazio circoscritto, nel quale tendiamo, come abbiamo visto, ad aumentare e automatizzare sempre più le nostre reazioni di chiusura.
Come fare a uscirne?
Un certo malessere interiore – una continua insoddisfazione – potrebbero essere il campanello d’allarme che ci avverte che qualcosa in noi sollecita la nostra attenzione. Quando ci capita, invece di ignorare il messaggio e sentirci sempre più scontenti, potremmo farci delle domande, come: “Che cosa mi manca?” o “Che cosa mi rende così insoddisfatto?”…
da: “Il Potere delle Scelte Mirate – 11 Semplici Passi pe Vivere Meglio.”
Le possibili cause del Lockdown emotivo
Vediamo assieme le possibili cause che possono essere alla base del nostro Lockdown emotivo. Ne vedremo naturalmente solo alcune, le più comuni e le più frequenti, perché sarebbe impossibile racchiuderle tutte in un unico articolo.
Anche nel mondo interiore, come per il Covid19, la chiusura spesso è innescata dalla paura, ma paura di cosa esattamente? Non dobbiamo pensare di provare paura SOLO per i PERICOLI TANGIBILI. Sarebbe un grosso errore, quello di sottovalutare o ignorare, il tramestio emotivo che spesso si percepisce dentro di noi quando ci avviciniamo agli altri.
Vediamo quindi alcune delle possibili cause, che ci possono portare a combattere le emozioni, a rifugiarci in una chiusura emotiva, nel rapporto con gli altri:
- La paura delle emozioni che si muovono dentro di noi quando entriamo in contatto con qualcuno. Il timore di non saperle tenere a bada.
- La paura delle emozioni che l’altro ci trasmette, paura di non saperle fronteggiare, paura di non riuscire a gestirle nel modo corretto e di venirne travolti?
- La paura di quello che gli altri possono pensare di noi e dei nostri comportamenti o delle nostre scelte? Vediamo forse gli altri come nemici che minacciano la nostra incolumità emotiva, attraverso il giudizio, la critica e il biasimo, tutte sensazioni che ci fanno sentire sbagliati o ci fanno sentire in colpa?
Ora che piano piano, siamo entrati nella fase 2 e il Lockdown fisico è cessato o ridotto, come facciamo a far in modo che anche il nostro Lockdown emotivo allenti la presa e si riduca?
Vi invito a riflettere su questa domanda in attesa che esca il prossimo articolo delle Pagine Virali, con la risposta introspettiva.
A. Giannini: psicologa/psicoterapeuta, Presidente di Osservatorio Interiore e.t.s.